Di Salvo Ognibene*
“Abbiamo vinto! Cose da pazzi!”. Un felice Bersani
commenta l’elezione a Presidente della Regione Sicilia dell’ex PCI Rosario
Crocetta. 13,40 % e quattordici seggi all’Ars per il Partito Democratico. A
Parma secondo il segretario del Pd, nelle ultime comunali, avevano “non vinto”
andando al ballottaggio, in Sicilia con un
+ 0,50 %
rispetto al partito del famoso 61 a 0 invece hanno vinto mentre il Pdl ha
fallito. Punti di vista ma la rivoluzione è iniziata ad agosto a quanto pare,
quando, dopo l’annuncio per la corsa a Palazzo d’Orleans, l’Udc decise di
sostenerlo, seguirono poi il Pd, il Psi e l'Api. E’ bene ricordarlo e riconoscere che
ancora una volta i vincitori sono gli uomini di Casini e dimostrano di essere
il partito più capace nella storia della Sicilia. Dopo otto anni con Totò
Cuffarò, quattro anni e mezzo con Raffaele Lombardo si apprestano a governare
insieme al primo Presidente dichiaratamente omosessuale della storia siciliana.
39 seggi su 90 per la coalizione vincente, niente
maggioranza in aula. Gli “attivisti” del Movimento cinque stelle, 15 poltrone e
primo partito, non faranno alleanze, i 15 deputati di Miccichè ed i 10 dell’Mpa
attendono alla porta future alleanze, crocchè a parte. Cambiare tutto per non
cambiare niente? Forse. Certo che se il nuovo Presidente di Palazzo D’Orleans
sarà un po’ “choosy” a breve ci toccherà tornare alle urne.
Il nuovo identikit dell'Ars è mutato grazie allo
sbarco di ben quindici “grillini”, il gruppo più numeroso, davanti a quello di
Pd (14), Pdl (12), Udc (11), Mpa (10), Lista Crocetta presidente e Grande Sud
(5 ciascuno), Cantiere popolare e Nello
Musumeci Presidente (4 seggi ciascuno). Fuori Italia dei Valori, Sel,
Rifondazione, Verdi, Fli, Forconi e anche sCateno De Luca. E’ mutato lo
scenario, dicevamo, ma rientrano all’Ars anche Nino Dina, uomo simbolo dell’Udc
targata Cuffaro e Lino Leanza, vice di chi sta scontando una pena a 7 anni per
favoreggiamento aggravato a Cosa nostra,
ora rieletto nel listino di Crocetta, dopo essere stato capogruppo del Mpa.
I numeri, le uniche certezze, ed un debito che a
fine 2012 sarà di sei miliardi di euro.
Rosario Crocetta, votato da un siciliano su sei, annuncia
la sua rivoluzione e cita il Che durante i primi festeggiamenti.
La rivoluzione però distrugge tutto, non lascia più
niente e allora speriamo in una rivolta e che il nostro Governatore non sia
scaramantico perché gli ultimi due Presidenti di Regione hanno concluso in
anticipo la loro legislatura per fatti di mafia, con un’Udc sempre in prima
fila.
"La nota positiva sono le 15 deputate ma con un astensionismo del 53% non c’è nulla da festeggiare. Non ha vinto nessuno e la Sicilia è sull'orlo del baratro".
*direttore "diecieventicinque"
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